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Tornado F.3 dell'Aeronautica Italiana
Versione italiana | 16.02.2022

Primo piano del carrello principale.

Zona posteriore ventrale e del vano carrello principale. A differenza dei due missili anteriori che sono in posizione semi annegata i due Sky Flash posteriori sono esterni alla fusoliera
Nella prima metà degli anni novanta l'Aeronautica Italiana si veniva a trovare, per molteplici ragioni, con una linea di caccia di difesa aerea (gli F-104S.ASA) ormai obsoleti. Pertanto, visto che il successore designato (l'EFA, poi Eurofighter 2000) stava accumulando consistenti ritardi, si prese la decisione di adottare un aereo "ad interim", che facesse da ponte come soluzione di emergenza, in attesa del nuovo caccia degli anni 2000.
Vista completa del lato anteriore sinistro. Il portello della sonda per rifornimento in volo si rova proprio al di sotto del parabrezza. Rifornimento in volo si trova proprio.
Dei 24 velivoli totali, quattro sono del tipo a doppio comando, che conservano piena capacità operativa grazie ad una diversa distribuzione degli strumenti nel cockpit posteriore. Questi velivoli si distinguono grazie anche ad una diversa numerazione della matricola, con numero a cinque cifre anziché a quattro.
Tecnicamente, i Tornado F.3 italiani o della versione "Stage One Plus", identici a quelli della RAF che hanno preso parte alla Guerra del Golfo. Questi aerei dispongono di un armamento costituito da un cannone Mauser IWKA da 27 mm (sul lato destro del muso), da quattro missili aria-aria AIM-9L sidewinder a guida infrarosso appesiai due piloni subalari (gli stessi missili già in uso sugli F-104) e da quattro missili aria-aria BAe Sky Flash a guida radar. Il sistema di contromisure passive chaff e flare è lo stesso degli inglesi, l'AN/ALE40 (V), che viene installato sotto la parte poppiera della fusoliera. Il sistema di contromisure elettroniche (ECM) è di tipo nazionale ed è fornito dalla ditta Elettronica. Esternamente, gli F.3 italiani sono identici a quelli inglesi, comprese le varie antenne presenti sul dorso della fusoliera e sulla deriva.
Rispetto al Tornado IDS, le differenze esterne
dell'F.3 sono le seguenti:
1. Maggiore lunghezza della fusoliera (più 136 cm);
2. Più aerodinamico radome del radar;
3. Presenza della sonda di rifornimento in volo in posizione interna e installata sotto il lato sinistro del parabrezza;
4. Mancanza delle alette Krueger alla radice alare, che ha inoltre un maggior
5. Presenza di due soli piloni subalari (non ci sono quelli esterni)
6. Mancanza del sensore RWR sul bordo d'attacco della deriva (riposizionato nella radice alare);
7. Diverso raccordo aerodinamico tra la deriva e la zona degli ugelli dei motori.
Vista completa del lato anteriore destro, inevidenza la posizione di codice, scritte di servizio, coccarda e cannone.
Zona anteriore ventrale del tornado F.3. in evidenzia gli alloggiamenti per missili Sky Flash.
Anche dal punto di vista delle colorazioni, i Tornado F.3 italiani sono identici a quelli della RAF, con superfici laterosuperiori in RAF Barley Grey (Humbrol 167) e inferiori in RAF Light Grey (Humbrol 147).
La "italianizzazione" consiste nell'apposizione delle coccarde di nazionalità (sul muso, sulla semiala superiore sinistra e su quella inferiore destra) di tipo standard a bassa visibilità, ma con colori schiariti, e dei codici di reparto, che sono dipinti nello stesso grigio delle superfici inferiori. Gli stemmi di reparto (Gruppo e Stormo) sono portati come tradizione sulla presa d'aria e sulla deriva, a bassa visibilità come dimensioni, ma a colori pieni.
Primo piano sulla deriva, su cui spiccano le antenne bianche a lama del sistema di atterraagio strumentale, la matricola in bianco, lo stemma del 36 Stormo "trafitto" dal lampo verde del 120 Gruppo e la colorazione del bordo d'attacco della deriva, in grigio chiaro.
La presa d'aria motore, su cui spicca il distintivo del 12° Gruppo, un cavallino rampante grigio scuro su un arco e freccia in rosso.
La deriva del Tornado F.3 è caratterizzata dall'assenza del ricevitore RWR sul bordo d'attacco, come invece ha la versione IDS. Si può notare anche l'interno dell'aerofreno, di colore bianco. Appena sopra il vano dell'aerofreno è visibile la matricola inglese (in questo caso ZE837), in grigio chiaro.
Veduta dall'alto di un velivolo in hangar.
Pilota e navigatore lasciano il velivolo al termine di una missione serale. Da questa vista si può notare il dettaglio degli interni del tettuccio.
I Tornado F.3 assegnati al 12° Gruppo
Codice Matricola A.M.I. Matricola RAF

Infine, le scritte di servizio italiane sul muso (stencil) sono di colore giallo e le matricole italiane sono dipinte in bianco, alla base della deriva. Poiché i velivoli rimangono di proprietà inglese, alla base della deriva si trova anche la rispettiva matricola britannica, dipinta in grigio chiaro.
Primo piano sui dettagli di un pilone subalare completo di scivolo per missile sidewinter.
Ugelli dei motori RB.199 e della sezione finale dei postbruciatori Da que
Immagine di tre quarti anteriore dellF.3 codice 36-16. L'interno delle prese d'aria motore è bianco con bordo nero
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