Mezzi Militari > Carri armati
Mezzi corazzati sperimentali
Versione italiana | 29.04.2022
Nell'immediato dopoguerra le prospettive per i carri armati erano sul piatto di una bilancia, minacciati dal pericolo di estinzione per mano di chi, per personali ed interessati pregiudizi, li considerava una bizzarria. Facevano parte di queste persone anche coloro che capirono che il carro armato avrebbe soppiantato il cavallo. Il supporto alla tecnologia e le proposte di soluzioni a questo problema variarono in base alle esigenze nazionali ed alle idee di riveriti veterani ora trincerati all'interno dei Ministeri della Guerra.
La Russia, tormentata dalla rivoluzione e dalla guerra civile, dovette affrontare i carri armati che la Francia e la Gran Bretagna avevano fornito all'Armata Bianca e che caddero in seguito nelle mani dell'Armata Rossa. Non aveva una propria politica in fatto di carri armati. La Germania, cui il Trattato di Versailles proibiva la costruzione di carri armati, fece esperimenti con copie delle macchine inglesi catturate per poi progettare un carro armato da 150 t, il cui progetto fu abbandonato per altri, segreti, riguardanti il futuro. Gli Stati Uniti, che tentavano di tornare all'isolazionismo, tennero molti carri armati Renault e Mark VIII (costruiti in collaborazione con la Gran Bretagna alla fine della guerra).
L'Esercito degli Stati Uniti, al comando del Generale John Pershing, per ordine del Congresso abolì il Corpo Corazzato, dedicando tutti gli sforzi di sviluppo tecnico alla fanteria la qual cosa limitò le innovazioni. Per molti anni l'unico lavoro veramente creativo degli Stati Uniti fu quello dell'inventore J. Walter Christie. Seguendo il suo principio di privilegiare la mobilità, Christie produsse nel 1921 il prototipo di un carro armato anfibio che ebbe forti ripercussioni nella tattica bellica.
Anche la Francia, come potenza militare preminente sul piano mondiale, era convinta che i carri armati fossero soltanto un utile mezzo di supporto alla fanteria. Sotto la direzione del Generale Petain, l'Esercito affidò il controllo dei carri armati alla fanteria, con il risultato di porre le innovazioni tecniche del decennio a venire in posizione subordinata rispetto alle esigenze della fanteria stessa.
Fu portato avanti il progetto di un Renault con torretta atta ad accogliere un solo uomo, mentre minori risorse furono dedicate allo sviluppo di un mostro da 70 t, la cui ideazione risaliva al 1916. Soprattutto vennero rifiutate le proposte di Estienne secondo cui era necessario formare una forza mobile nella quale la cavalleria doveva avere una posizione preminente..
L'ESEMPIO BRITANNICO
In Gran Bretagna gli sviluppi furono diversi. soprattutto perché nel 1919 essa era impegnata in un conflitto contro l'Afghanistan, che anticipava i grossi problemi in quella regione, India inclusa. In queste zone le autoblindo dimostrarono di avere un ruolo limitato mentre i carri armati, usati sui confini tra Europa e Palestina, non furono utili nella vasta area indiana.
Fortunatamente, l'entusiasmo di Elles e Fuller fu abbastanza forte da ottenere l'approvazione di una serie di esperimenti per veicoli corazzati e da superare l'autorità di coloro che, più in alto nella scala gerarchica, cercavano con tutto il potere in loro possesso di sminuire le nuove armi. La cosa più importante che Fuller ottenne fu l'inserimento di un programma indipendente per i carri armati, staccato da quello della fanteria. Il ruolo indipendente aveva le sue radici, ovviamente, nelle tattiche elaborate da Fuller nel gennaio 1918 per il carro armato Mark V*, da lui potenziato nel maggio di quell'anno quando dovette affrontare un progetto tattico molto significativo per il carro armato Medium D. Il Medium D, era il quarto carro armato della serie media creata nel giugno 1916 sotto l'influsso del concetto di un carro armato da "cavalleria" ed era anche il migliore.
Si trattava di un mezzo anfibio del peso di 20 t, velocità 32 km/h, sospensioni molleggiate, autonomia di 320 km e un motore da 300 hp che trasmetteva il movimento tramite una scatola del cambio epicicloidale creata da Walter Wilson. Tecnicamente affidabile, questo progetto fu abbandonato nel 1921 a causa del costo e del complesso problema meccanico. Utilizzando il Medium D, che avrebbe dovuto essere in servizio nel 1919. Fuller aveva inserito nel suo famoso "Piano del 1919"l'idea di un carro armato veloce che irrompesse in modo devastante nelle linee nemiche aiutato dalla fanteria, dall'artiglieria e dall'aeronautica mentre i carri armati pesanti dovevano distruggere le principali difese nemiche. La guerra fini prima che il nuovo Medium C potesse essere messo alla prova.
La rinuncia al Medium D ed al Dipartimento Governativo per la Progettazione di Carri Armati, avvenuta nel 1923, agi da sprone sul Ministero della Guerra inglese, che commissionò alla ditta Vickers Ltd la produzione di un carro armato che soddisfacesse l'esigenza di un'alta capacità di penetrazione e accontentasse le non troppo chiare richieste dell'Esercito Indiano per un veicolo adatto agli scopi della loro sfera d'interessi.
Nel 1921 il Ministero della Guerra aveva chiesto alla Vickers di produrre un carro armato leggero, in grado di operare in qualsiasi parte del mondo, che potesse essere utilizzato in aiuto alla fanteria oltre che da solo, capace di diventare il cavallo di battaglia negli scontri che si andavano profilando. Per cominciare, la Vickers, che aveva acquisito con il tempo una grande esperienza nel campo della costruzione di carri armali, tento di migliorare il Medium B che la Foster & Co. avevano costruito nel 1918 ma la cui velocità di 13 km/h e la cui autonomia di 220 km erano nettamente inferiori alle capacità richieste. Vickers all'inizio scoprì che la costruzione dei carri armati, con corazze piccole, era diversa da quella delle navi, fatta con corazze grandi.
Le sospensioni molleggiate non erano adeguate e altri difetti necessitavano di una soluzione. L'adozione di una torretta girevole per cannone da 47 mm, richiesta dalle specifiche del Corpo Corazzato, divenne la caratteristica significativa del carro Armato Leggero da Fanteria Vickers. Come regola, negli anni Venti i progetti degli AFV erano concepiti in modo da seguire la dottrina universale secondo cui il ruolo del carro armato era quello di soggiogare, per mezzo delle sue mitragliatrici quelle nemiche, mentre la sua velocità non doveva necessariamente superare i 16 km/he la sua corazza, dello spessore di 14 mm, era ideale per respingere le schegge di granata ed i proiettili perforanti. L'assenza di una minaccia immediata di guerra, insieme ad alcune restrizioni economiche, impose una politica di risparmio.
A dispetto dell'apparizione, nel 1918, di parecchie e veloci armi anticarro, la rinascita dell'idea di un carro armato pesante in grado (come il Flying Elephant a doppia corazza del peso di 1001, ideato da Stern nel 1916) di respingere i colpi diretti tanto di tali armi quanto dell'artiglieria, venne respinta. All'ordine del giomo vi erano carri armati da 6 t poco costosi e carri armati medi da 20 e 30 1.
Quando il Carro Armato Leggero della Vickers con la sua ridicola corazza da 8mm fuconvertito in un carro armato del peso di 12 1. venne ridenominato Carro Armato Medium ed entrò in produzione nel 1923. Il carro armato Medium, nonostante l'inadeguatezza della corazza, la sua velocità massima di 24 km/h e la sua autonomia di 240 km, migliorò la progettistica del settore. Dimostrò infatti ciò che gli Inglesi avevano imparato dalla storia recente con l'adozione di un anticarro specifico. Nonostante ciò, tutto quello che riguardava la progettazione, il costo e le dimensioni dei carri armati era sottoposto ad un compromesso.
IL PROBLEMA DELL'ARTIGLIERIA
I progettisti del Medium, cui erano state date istruzioni per la creazione di una torretta della massima efficienza, da dove il comandante potesse controllare direttamente l'artigliere per garantire un fuoco rapido ed efficace, scelsero una sistemazione per tre uomini che, nel tempo, diventò lo standard della maggior parte delle torrette. A causa della mancanza di spazio e della necessità di non sovraccaricare il mezzo, i progettisti furono obbligati a rinunciare all'uso del cannone da 57 mm e a rimpiazzarlo con il più piccolo e leggero cannone da 47 mm.
Con una velocità iniziale di 533 m/s, poteva perforare le corazze come il suo predecessore. utilizzando sia proiettili comuni che proiettili perforanti ad alto esplosivo (APHE). Quest'ultimo mancava però di potere distruttivo contro obiettivi campali e contro i cannoni anticarro, una carenza che il Corpo Corazzato accettò perchesi accontentava di poter sparare a raffica con le mitragliatrici, per cui almeno tre di queste furono alloggiate nelle torrette.
Anche se il raggruppamento, nella torretta, del comandante, dell'artigliere e del servente (che col tempo sarebbe diventato anche radio-operatore) risolveva il problema del controllo del fuoco, questo tipo di sistemazione impediva al comandante di controllare il guidatore.
L'adozione di un laringofono consentì di non urlare o, peggio, dare calci all'indirizzo dello sfortunato che sedeva nel posto di fronte alla torretta. Ma il nuovo schema di torretta non garantiva un migliore risultato nel campo del fuoco. L'ingombrante sistema di elevazione ad ingranaggi manovrati a mano era, infatti, inutile se usato in movimento. Il raggiungimento di un accurato fuoco contro piccoli bersagli anche con il mezzo in movimento, fu lo scopo principale degli esperti in artiglieria del TC, negli anni '20. Essi svilupparono questa tecnologia tanto nel carro armato Medium quanto nell'unico carro armato da 31 t costruito a scopo sperimentale dalla Vickers nel 1926 e chiamato "L'Indipendente". Quando il Colonnello Charles Broad fu trasferito dall'Artiglieria al Corpo Corazzato nel 1923, fu assegnato al comando della Scuola Cannonieri con il compito di sviluppare la tecnica e la tecnologia di fuoco creando nuove tattiche.
Furono elaborati nuovi schemi di armi per raggiungere una grande capacità di fuoco, venne sviluppato un nuovo metodo per individuare gli obiettivi ed indicarli con rapidità e precisione al tiratore, e furono create tecniche pratiche di fuoco che aiutassero l’artigliere a colpire l'obiettivo alla massima velocità e con il minor spreco di munizioni possibile anche se l'immagazzinaggio di 100 proiettili per il cannone da mm nel Medium era più che sufficiente.
Prima dell'azione, il servente doveva aprire la culatta del pezzo principale, compiere una rotazione e richiudere la culatta (una procedura necessaria per il cannone da 47 mm non automatico superata con l'avvento delle armi semiautomatiche che si chiudevano sulla carica e che rimanevano aperte dopo che l'arma aveva sparato e il bossolo era stato espulso). Il servente doveva poi trasmettere un messaggio al tiratore per dirgli che la carica era completata.
L'individuazione degli obiettivi dipendeva, negli anni '20 e '30, dall'abilità del comandante nello scovare la preda, giudicare le distanze e ordinare al guidatore di puntare il bersaglio il più velocemente operazione che divenne considerevolmente più veloce quando il meccanismo manuale fu sostituito da quello elettrico o da quello meccanico. Determinato il bersaglio, il comandante avrebbe gridato "Attenzione" in fase di avvicinamento e "Via" quando si fosse stati perfettamente in linea. In quel momento anche il tiratore, dopo aver identificato l'obiettivo, avrebbe gridato "Via".
Se nel frattempo era possibile, il comandante descriveva l'obiettivo e indicava la sua distanza. Si utilizzava un gergo speciale: il carro armato si chiamava "Calabrone", le mitragliatrici "Maggies", le armi anticarro "Formiche", la fanteria "Uomini" ed i veicoli a corazza leggera "Trasporti".
La sequenza di un ordine poteva quindi essere questa: Comandante: "Tre libbre! Brandeggiare a sinistra. 700 (metri). Calabrone. Pronti... Via." Artigliere: "Via" oppure "Non inquadrato". [In questo caso il comandante avrebbe dato istruzioni supplementari come la collocazione del bersaglio rispetto ad un albero solitario non lontano). Comandante: "Fuoco!" Quindi il tiratore, dopo aver tenuto conto della distanza, centrava il reticolo di puntamento sul bersaglio fermo sul punto più in vista del bersaglio mobile) e, sulla base anche del movimento del proprio veicolo, premeva il grilletto. Il cannone avrebbe rinculato espellendo automaticamente il bossolo prima di ripetere l'operazione di carica.
Nel frattempo il comandante e l'artigliere avrebbero studiato la traiettoria del lancio ed il suo punto d'impatto aspettandosi, a parte la possibilità di un miracolo o di un tiro diretto, un fallimento completo. I fattori che vanificavano una prima serie di tiri erano molti e vari. La disuguaglianza di rendimento tra i vari proiettili, il cattivo funzionamento dei meccanismi, le imperfezioni ottiche dell'inquadramento al cannocchiale di mira, erano alcune delle anomalie tecniche possibili.
A parte i traumi causati dallo stress della battaglia, era possibile ottenere tiri accurati da fermo, meno accurati in movimento, lasciando il successo al caso. Mancare anche il più facile dei bersagli era un fatto imputabile all'errata valutazione della distanza a causa delle variabili condizioni di illuminazione, oltre che a differenti addestramento e pratica degli equipaggi.
Entro una distanza relativamente breve, un proiettile comincia a cadere sotto la linea di mira. Con un cannone da 47 mm questo vuol dire che, ad una distanza di circa 200 o 300 metri, un aumento dell'angolo di elevazione deve essere utilizzato per compensare la reazione del proiettile alla forza di gravità.
Non è mai possibile giudicare perfettamente le distanze. Il tiratore si aspettava così di fallire con il primo colpo ed era addestrato, come il comandante, a studiare la traiettoria di tiro, puntare il cannocchiale di mira su quel punto e sparare di nuovo. In teoria si sarebbe dovuto centrare il bersaglio, ed a volte ci si riusciva. Di solito però, anche su di un carro armato fermo, erano necessari parecchi tiri per riuscire a centrare il bersaglio, mentre su di un mezzo in movimento le possibilità di colpire l'obiettivo erano aleatorie. I metodi adottati dall'RTC Britannico e dagli equipaggi di tutti gli altri eserciti del mondo furono questi fino a che la guerra del 1940 non rese vitale la necessità di miglioramenti radicali.
Nel frattempo, l'introduzione del metodo di addestramento Broad, che utilizzava torrette in movimento (che rollavano, imbardavano e beccheggiavano) e proiettili di calibro minore per colpire obiettivi vicini, si rivelò il primo gradino per elevare il livello dell'artiglieria dei carri armati al di sopra di quello accettabile in precedenza. Misure come queste, legate all'apparizione graduale di piccoli gruppi di mezzi motorizzati, che includevano qualche esemplare di piccoli carri armati per due uomini, progettati da Martel e da Sir John Carden, cambiarono le tattiche dei carri e favorirono altre variazioni che confermarono la validità dell'idea di Fuller.
Il carro armato con torretta aveva dimostrato di avere un vantaggio tattico sul modello con casamatta, essendo in grado di attaccare il nemico senza esporsi completamente al fuoco. Un comandante in cerca di bersagli poteva tentare di individuare il carro armato avversario mantenendo il carro occultato e solo la testa fuori dalla cupola. Poteva quindi ordinare all'artigliere di brandeggiare in direzione del bersaglio prima di avanzare per un po' di metri in modo che solo il cannone ed il telescopio fossero visibili prima di sparare.
il Vickers Independent. Soltanto uno di questi carri armati pesanti, che si rivelarono troppo costosi, fu costruito.
Peso 31,5 t
Velocità 40 Km/h
Corazza frontale 29 mm
Armamento 1x47 mm, 4 mg compresa una AA
In questa fotografia si può inoltre vedere un esemplare del piccolo mezzo da 2 t in grado di
trasportare uno o due uomini, prototipi dei più grandi carri leggeri con torrette, che potevano anche essere utilizzati come veicoli aperti per trasporto di armi per la fanteria.
Peso 31,5 t
Velocità 40 Km/h
Corazza frontale 29 mm
Armamento 1x47 mm, 4 mg compresa una AA
In questa fotografia si può inoltre vedere un esemplare del piccolo mezzo da 2 t in grado di
trasportare uno o due uomini, prototipi dei più grandi carri leggeri con torrette, che potevano anche essere utilizzati come veicoli aperti per trasporto di armi per la fanteria.
GLI AFV SPERIMENTALI DEGLI ANNI '20
Il Carro Armato Leggero Vickers, basato sul Medium C, aveva sospensioni molleggiate e rappresentò il tentativo di incoraggiare l'industria privata a progettare nuovi carri armati.
Peso 13t
Velocità 24 km/h
Corazza frontale 12 mm
Armamento 1x47 mm, 1 mg
Il Carro Armato Leggero Vickers, basato sul Medium C, aveva sospensioni molleggiate e rappresentò il tentativo di incoraggiare l'industria privata a progettare nuovi carri armati.
Peso 13t
Velocità 24 km/h
Corazza frontale 12 mm
Armamento 1x47 mm, 1 mg
Un carro armato Medium C dotato di antenne radio sperimentali. Solo pochi Medium C, che avrebbero avuto un ruolo di primo piano nel Progetto di Fuller se la Prima Guerra Mondiale fosse continuata furono costruiti.
Peso 20 t
Velocità 13 km/h
Corazza frontale 12 mm
Armamento 4 mg
Peso 20 t
Velocità 13 km/h
Corazza frontale 12 mm
Armamento 4 mg
LA PRIMA FORZA MECCANIZZATA
Di maggiore significato furono gli esperimenti tattici in Gran Bretagna, predisposti per rispettare il piano del 1920 di sperimentazione di tutte le forme di guerra corazzata c meccanizzata. Il loro inizio era stato rimandato a lungo, sia a causa della mancanza di fondi e di veicoli adatti sia per l'inerzia di chi ricopriva le maggiori cariche al Ministero della Guerra. Fino al 1927 non fu possibile riunire una quantità di veicoli fuoristrada moderni in rappresentanza di quello che veniva chiamato "Gruppo Mobile da Combattimento" che riuniva le Forze Meccanizzate sperimentali di tutte le armi e che doveva essere messo in confronto con le forze convenzionali della cavalleria e della fanteria.
L'esperimento fu uno shock e diede ispirazione non solo ai partecipanti ma anche a tutto il mondo militare. Un battaglione di 50 carri armati (di cui solo quattro muniti di radio), un battaglione di autoblindo e "lankette" da ricognizione, un battaglione di mitraglieri montato su semicingolati e autocarri a sei ruote, cinque batterie di artiglieria meccanizzata, una compagnia motorizzata del Genio e circa due squadroni di aerei riuscirono, manovrando senza difficoltà, a bloccare una divisione di fanteria ed una brigata di cavalleria "nemiche". Il nemico, privo di carri armati, si sentì obbligato a nascondersi in villaggi e boscaglie, permettendo ai mezzi in movimento di muoversi a loro piacimento.
Il Corpo Meccanizzato privo di radio, non poteva far circolare le informazioni rapidamente; ciò però non impedì un movimento sicuro e preciso che scoraggiò i difensori i quali furono prima sconvolti e poi sistematicamente neutralizzati. Dal momento che il nemico" non aveva carri armati nelle esercitazioni, non ci furono prove di combattimenti tra carri, anche se era ovvio che, nel caso fossero stati presenti su entrambi i fronti, sarebbe stato possibile evitare quel certo tipo di sconfitta. Nel suo commento sulle esercitazioni, Broad (che lavorava ora per il Generale Milne, Capo dello Stato Maggiore, che aveva avuto un ruolo importante nell'inizio degli esperimenti) notò che il cannone della carriera importantissimo perché forniva:
"Un cannone avanzato in supporto alla fanteria, era essenziale contro altri AFV e caposaldi, senza contare l'effetto positivo sul morale".
Si riferì anche ai mezzi corazzati affermando che:
"non si deve sacrificare la protezione per la velocità. Altrimenti il morale dell'RTC sparirà dopo la prima battaglia."
IL CARRO ARMATO VICKERS MEDIUM
Lo speciale Carro Comando, basato sul carro armato Medium, fu utilizzato dall'Esercito Britannico per
gli esperimenti radio in voce del 1931 I sistemi usati erano a cristalli e, quindi, facili da sintonizzare tra loro,
abbastanza affidabili e di alto valore perché permettevano ai comandanti di comunicare rapidamente e direttamente tra loro, invece di perdere tempo con le comunicazioni telegrafiche ad alfabeto Morse. I cristalli naturali erano pero di difficile reperibilità (il monopolio sarebbe presto stato degli Stati Uniti) e così vennero studiati altri metodi meno accurati, come la sintonizzazione con oscillatore ad alta frequenza. In secondo piano si vedono carri leggeri Vickers MK II. Solitamente usati per ricognizione, in questo caso trasportano gli ufficiali di collegamento pronti a ricevere gli ordini dal Comandante di Brigata.
Peso 4,51
Velocità 48 Km/h
Corazza frontale 10 mm
Armamento 1 mg
gli esperimenti radio in voce del 1931 I sistemi usati erano a cristalli e, quindi, facili da sintonizzare tra loro,
abbastanza affidabili e di alto valore perché permettevano ai comandanti di comunicare rapidamente e direttamente tra loro, invece di perdere tempo con le comunicazioni telegrafiche ad alfabeto Morse. I cristalli naturali erano pero di difficile reperibilità (il monopolio sarebbe presto stato degli Stati Uniti) e così vennero studiati altri metodi meno accurati, come la sintonizzazione con oscillatore ad alta frequenza. In secondo piano si vedono carri leggeri Vickers MK II. Solitamente usati per ricognizione, in questo caso trasportano gli ufficiali di collegamento pronti a ricevere gli ordini dal Comandante di Brigata.
Peso 4,51
Velocità 48 Km/h
Corazza frontale 10 mm
Armamento 1 mg
LA RIVOLUZIONE DELLA RADIO
Broad era lo sprone nel fianco di Milne, per porre le idee sue e quelle di Fuller nella mente di un CIGS che era felice di sperimentare tutte le nuove teorie e le macchine, e di condurre una politica di ammodernamento. Questa politica era frenata dalla mancanza di fondi e di entusiasmo pubblico per tutto ciò che era militare, perché viera la convinzione che fosse stata combattuta l'ultima Grande Guerra.
Broad scrisse i manuali di addestramento in cui si spiegavano le lezioni apprese durante gli esperimenti richiesti nel 1919, cominciati nel 1927 e continuati in serie fino al 1932. Il suo desiderio maggiore era quello di munire un'intera forza armata di moderne radio in grado di fornire trasmissioni a voce, invece di lenti codici Morse.
Come tutto ciò che era tecnico, la radio fu sottovalutata e non venne considerata una rivoluzione. La vecchia e pesante radio della Prima Guerra Mondiale venne sostituita dalla prima generazione di piccole radio robuste e che trasmettevano sulle alte frequenze. La sintonizzazione manuale venne gradualmente rimpiazzata da quella a cristalli.
I leader del settore erano i Tedeschi, seguiti dagli Americani e dagli Inglesi. Questi ultimi sperimentarono nel 1928 il radiotelefono (RT) a cristalli e nel 1930 ne ebbero un numero sufficiente da installare sui carri armati. Nel 1931 ve ne furono abbastanza per Broad che, al comando di una improvvisata Brigata composta da tre battaglioni di carri medi e leggeri, poté manovrare l'intera forza per mezzo del radiotelefono. La spettacolare impresa del 1931, giustamente giudicata come cruciale per lo sviluppo delle formazioni corazzate, fu preceduta nel 1930 da un'ancor più significativa ma meno pubblicizzata esercitazione tattica radiocontrollata che interesso tre battaglioni.
Le manovre di Salisbury Plain furono i precursori dei futuri combattimenti compresi quelli tra forze miste in cui i carri armati di entrambe le parti entravano spesso in combattimento tra loro. Le altre armi, relegate a forze ausiliarie dei carri armati, fecero ciò che potevano, ma la decisione finale spetto ai mostri corazzati.
A scopo esercitazione, la Brigata di carri al comando del Generale Kenneth Laird, costituita dal 2°, 3° e 5' Battaglione RTC, ognuno equipaggiato con carri sia leggeri che medi, fu spesso divisa per offrire protezione alle forze della cavalleria e della fanteria. Durante le esercitazioni in cui la Brigata Corazzata si mosse per 35 km da Perham Down per coprire la fanteria amica ad est dell'Avon, solo il 2 ed il 5' Battaglione furono considerati amici, mentre il 3 combatté come nemico.
I CARRI ALLA PROVA
Guidati da uno schermo di carri armati leggeri e rafforzati da qualche carro armato medio, il 5° RTC si sposto verso Perham Down alle 8,00 seguito ad intervalli dal Comando di Brigata e dal 2 RTC. Tre ore più tardi, dopo aver percorso 32 km, le pattuglie di carri armati leggeri avevano preso posizione su una linea di osservazione appena al di fuori di Imber. Di regola, una colonna di carri armati poteva marciare alla velocità di 13 km/h di giorno e di 8-10 km/h di notte senza luna, se non incontrava ostacoli.
Poiché i cingoli dei carri armati Medium erano fragili e le altre componenti meccaniche poco affidabili, i guasti dovevano essere ridotti al minimo tramite frequenti soste per ispezione e manutenzione.
Non era impossibile per una Brigata avanzare per 240 km in tre giorni ed includere un'azione di guerra, o 110 km in un giorno solo prima di una battaglia nello stesso giorno. In quest'occasione e carri armati leggeri giunsero in tempo per vedere il nemico" avanzare in tre colonne attraverso le ondulazioni del Salisbury Plain, saltando di villaggio in villaggio e di boscaglia in boscaglia. Subito le informazioni radio cominciarono ad essere trasmesse dai carri armati leggeri al Comando del 59 RTC, che riferì il tutto al quartiere generale della Brigata il quale venne così ad avere un costante aggiornamento sull'avanzata nemica.
Questa fu ripetutamente verificata dagli arbitri, che controllarono l'azione di disturbo effettuata dai mezzi leggeri e da qualche carro armato medio mandato in avanscoperta dal Comandante del 50 RTC. Nello spazio di un'ora questi carri ingaggiarono con successo un combattimento con la cavalleria nemica che muoveva da Imber, la fanteria che muoveva dalla strada tra Chitterne e Tilshead, ed una forza di fanteria meccanizzata che si muoveva lungo il fianco settentrionale attraverso Urchfont.
Questo contatto a nord provocò uno scontro tra carri armati. Dopo aver ostacolato e fermato le forze nemiche a Salisbury Plain, il Generale di Brigata Laird scelse lo scontro contro le forze nemiche che lo stavano avvolgendo attraverso Urchfont. Riportando indietro i carri medi del 5* RTC, li mandò a nord per occupare l'altopiano di Ridge Way, sul quale i nemici avrebbero dovuto salire per portare a termine la loro manovra.
A causa della carenza di tempo per la manutenzione, questo movimento provocò alcuni inconvenienti; si riuscì tuttavia ad istituire a tempo una forte linea difensiva, quantunque il nemico non avesse intenzione di far muovere i carri armati su un pendio così ripido. Quando lo scontro tra i carri armati ebbe infine luogo, avvenne su un terreno favorevole ad entrambi i gruppi, che precedevano la propria fanteria ed artiglieria mentre i mezzi leggeri pattugliavano i fianchi e la prima linea, cercando i mezzi nemici.
Inevitabilmente i carri leggeri attirarono il fuoco. Le notizie radio dal fronte presentarono un'immagine distinta dell'evolversi della situazione anche se quelle notizie furono male interpretate sia dal comandante di brigata che da quelli di battaglione.
I carri armati medi furono drammaticamente coinvolti in uno scontro frontale. Stranamente, nessuna delle due parti tento di aggirare l'altra, anche se questo rappresentava la manovra più ovvia. Inoltre, Laird tenne il 5Battaglione RTC lontano dal 2. che stava attaccando, così che i mezzi di quest'ultimo furono attaccati in forze, e quelli del 5* non poterono intervenire in quei cinque minuti (il tempo per le manovre) necessari ad aggirare e sopraffare la resistenza del 3* Battaglione prima che questo potesse ritirarsi in buon ordine.
LA RADIO: RIVOLUZIONARIO SISTEMA DI CONTROLLO
La rivoluzione nella guerra con i carri armati, connessa allo sviluppo del controllo attraverso la radio, fu brillantemente dimostrata durante le manovre inglesi del 1930. Anche se queste esercitazioni tendevano spesso ad essere poco realistiche perché sotto il controllo di arbitri i cui limiti nella comprensione del nuovo tipo di guerra corazzata erano ben noti, il significato chiaro del primo esempio di impiego del controllo vocale via radio per accelerare la movimentazione dei mezzi fu subito recepito.
La guerra non sarebbe più stata la stessa. L'illustrazione mostra i carri armati medi del 2 Battaglione RTC in una posizione a "scafo nascosto" tra le cingolette da esplorazione tipo Loyd. Stanno ingaggiando un combattimento con la cavalleria e fanteria "nemiche" sbucate dal bosco. Sono visibili anche i carti del 3° Battaglione mentre stanno cercando di colpire quelli del 2º che tentano di attuare un attacco in campo scoperto lungo il fianco, a destra sulla scena. Il 2º è già bloccato ed i due gruppi si affrontano ora in uno scontro frontale.
La "battaglia di Tilshead" era cominciata con tre colonne "nemiche" composte da soldati a cavallo, fanteria meccanizzata e a piedi, rinforzata dall'artiglieria, e dal 3 Battaglione RTC, che stava avanzando ad oriente per assicurare gli attraversamenti sul fiume Avon. Sebbene la 5' Brigata Corazzata Media (composta dal 2 e 5 Big RTC) fosse avanzata di 32 km da Perhom Dow in direzione este alle ore 11:00 fossero iniziati i pattugliamenti con cingolati Loyd per scoprire le direttrici d'attacco avversarie, nel contempo il 2° e il 5 Btg erano stati concentrati nei pressi di Tildshead allo scopo di contrastare il principale movimento nemico, non appena questo si fosse palesalo.
Alle 11:22 la pattuglia che controllava Imber riferì: "Uno squadrone di cavalleria sta uscendo da Imber" la prima di una serie di notizie che descrissero, nel corso delle ore seguenti, la preparazione della battaglia e lo scontro tra questa colonna e quella in arrivo da Chitterne.
Gli arbitri si espressero realisticamente a favore delle pattuglie corazzate che, con le loro mitragliatrici e la mobilità, mettevano fuori combattimento gli uomini ed i cavalli in campo aperto. Poi, alle 12:30, la pattuglia che controllava Urchfont riferì l'avanzata da est di un forte nucleo di fanteria meccanizzata e il tentativo di scalare la scarpata per attaccare difensori sul fianco.
Le notizie provenienti dai ricognitori sembrarono confermare un attacco principale. Ancora gli arbitri giudicarono che la potenza di fuoco dei difensori era troppo per i mezzi semicingolati e a ruote che si inerpicavano lentamente su per il pendio. Tuttavia il Generale di Brigata Laird agi prematuramente nell'indebolire la sua riserva centrale quando invio la maggior parte del 5' Battaglione RTC a bloccare questo tentativo nemico sul lato settentrionale.
Questo perché la forza nemica principale, il 3' Battaglione RTC, stava per irrompere a Chitteme tentando un veloce sfondamento sulla retroguardia della Brigata Corazzata per raggiungere Tilshead attraverso l'Avon.
Laird si mosse velocemente non appena la ricognizione terrestre e aerea gli riferirono di questa nuova grave minaccia. Brevi e concisi messaggi radiotelefonici (gli RT che nel passato trasmettevano sia messaggi che segnali in codice Morse in un tempo lunghissimo) lanciarono in pochi minuti il 2 Battaglione RTC ad occupare Breach Hill e Kill Barrow che dominavano la direttrice d'attacco del 3' Big, come d'altronde descritto nella cartina. Laird era ben informato tramite un flusso costante di notizie, ma queste giunsero in ritardo quando dovette utilizzare i rimanenti elementi del 5º Battaglione RTC.
Conseguentemente, il tentativo di aggirare il fianco del 3' Battaglione RTC, attraverso Fox Covert e Chitterne Barn, fu effettuato in ritardo e venne fermato da un avversario altrettanto bene informato di quest'attacco dalle cingolette del 3« Btg che sorvegliavano da sud la direttrice di attacco. La rapidità delle comunicazioni radio può essere dedotta dalle notizie di un'altra esercitazione contemporanea, quando il 5° ed il 2 Battaglione RTC si scontrarono in campo aperto. Prima della battaglia, la direzione di attacco del 2° Btg fu scoperta e riportata via radio al Quartier Generale, che tramite gli stessi mezzi, ordinò al quinto di attaccare.
Ciò avvenne immediatamente, anche se il Comandante delle Forze, ben posizionato per seguire gli sviluppi, stava rischierando il 3' Battaglione come riserva di sostegno al 5*. Inoltre, il sistema di diffusione delle notizie era così efficiente che il risultato della battaglia venne comunicato dagli arbitri entro cinque minuti dalla fine.
LA BATTAGLIA DI TILSHEAD A SALISBURY PLAIN 1930
Un Vickers Medium il cui comandante sta inviando ordini per mezzo di segnali con le bandiere. II veicolo leggero corazzato biposto Carden Loyd può essere considerato come scorta tattica.
Una rara immagine di un evento inusuale negli anni '30, quando si svolgevano esperimenti anfibi con lo sbarco di un AFV da un LCM, prototipo dei futuri similari mezzi degli anni '40. L'AFV è un Dragon basato su di un telaio di un carro Vickers Medium, normalmente impiegato per il traino dell'artiglieria ruotata. Gli artiglieri inglesi come quelli di altre nazioni, erano contrari all'impiego di cannoni semoventi. Come il mezzo da sbarco, il Dragon aveva molti difetti, ma da entrambi si trassero validi insegnamenti
per la guerra meccanizzata che si andava profilando.
per la guerra meccanizzata che si andava profilando.
TENDENZE NEGLI AFV
Questi esperimenti inglesi con mezzi meccanizzati ebbero luogo in un quadro internazionale di disarmo mentre si stavano addensando le nubi della Grande Depressione degli anni '30. Tuttavia tali esperimenti sembrarono armonizzarsi con un marcato deterioramento delle relazioni internazionali, che vedevano programmi di riarmo su larga scala e molto complessi. Questi programmi, nelle idee di molti uomini politici ed economisti, dovevano risollevare le sorti delle economie nazionali. A dispetto della convinzione, da parte delle masse, che gli eserciti non avrebbero giocato lo stesso ruolo delle forze aeree nelle guerre future, l'attenzione delle maggiori potenze mondiali era rivolta alle tattiche elaborate sul Salisbury Plain.
Questo portò ad una rapida emulazione da parte di diversi eserciti, con una corrispondente spinta all'evoluzione tecnologica. Nessuna nazione copiò esattamente un'altra, anche se la Gran Bretagna e la Francia venivano guardate come modelli di organizzazione, metodo e tecnologia. Esse esportarono non solo tecniche, ma anche macchine e tecnologia nelle altre nazioni interessate, che le utilizzarono come modelli per sviluppare le loro industrie belliche. Il sorgere di quest'interesse verso i veicoli da combattimento coincise con un cambiamento di fondo nella filosofia del carro armato. L'avvento di armi anticarro molto precise, di calibri compresi tra i 20 cdi 47 mm e con velocità iniziale di circa 700 m/s, mise fine all'illusione che carri armati con la corazza di soli 14 mm o dotati solo di una grande velocità di movimento potessero sopravvivere senza una adeguata protezione.
Dal 1930 il minimo spessore accettabile in una corazza era di 25 mm, spessore aumentato fino a 70mm tre anni dopo, nelle macchine lente che i Francesi e gli Inglesi utilizzavano come rinforzo della fanteria. Logicamente, i piccoli carri armati, che non avevano mai posseduto capacità anticarro vennero relegati al ruolo di veicoli mitraglieri. I carri leggeri da ricognizione, da quel momento in poi vennero dotati di armi fino a 20mm, di blindatura tra i 14 ed i 30mme raggiunsero il peso di 10t. I carri armati medi, considerati i migliori carri armati da battaglia per la loro mobilità e capacità di penetrazione in profondità, venivano costruiti di solito con una corazza dello spessore di 30 mm e armati di un cannone da 37,40 047 mm.
Pesavano dalle 16 alle 20 te raggiungevano la velocità di 40 km/h. Tuttavia riconoscendo la necessità di un'arma di calibro superiore al 47 mm per sparare proietti ad alto potenziale e fumogeni, si creò la domanda per i carri cosiddetti "di appoggio ravvicinato" " nei quali un pezzo a bassa velocità di circa 75 mm rimpiazzò quello ad alta velocità. C'era un prezzo da pagare. L'aumento delle dimensioni dell'arma comportava un aumento delle dimensioni della torretta e del corpo del carro armato. Scafi più grandi comportavano problemi di trasporto superando i limiti ferroviari. Nacque anche l’esigenza di motori più potenti, sospensioni migliori e cingoli maggiori per adeguare capacità di movimento fuori strada.
Ad alimentare tutte queste difficoltà vi era inoltre l'aumento dei costi, soprattutto in risposta alle richieste di corazze migliori capaci di resistere alle sempre più potenti armi anticarro. Ogni nazione trovò compromessi adatti alle sue ambizioni e condizioni. I Giapponesi, le cui intenzioni aggressive contro la Cina e il Pacifico orientale richiedevano nuove armi, non avevano bisogno di mezzi ad alta penetrazione.
Scelsero quindi veicoli leggeri e medi, basati soprattutto sul modello Vickers, per un convenzionale supporto alla fanteria, nel quadro di operazioni a carattere anfibio. I Francesi, per i quali il supporto alla fanteria con gli AFV pesantemente corazzati rimaneva fondamentale, prestarono attenzione anche allo sviluppo di un buon carro armato medio (il SOMUA da 20 t).
Essi raggrupparono i SOMUA in una formazione interarma, la Division Légère Mécanique, il cui ruolo era simile alle vecchie divisioni di cavalleria, ma la cui organizzazione era simile a quella che i Tedeschi e gli Inglesi chiamavano "divisione corazzata”. Lo Stato Maggiore Britannico, esaltandone le potenzialità, sosteneva l'impiego di carri armati ben corazzati a supporto della fanteria piuttosto che quello di veicoli ad alta velocità e capacità di penetrazione caldeggiato da Fuller e Broad.
Quando venne però il momento di spendere del denaro, si ripiegò su mezzi leggeri da 6 t, che avevano un ruolo nella politica dell'Impero, piuttosto che adottare carri armati utili alle battaglie europee, fossero i medi da 16 toi mezzi pesanti da fanteria.
Fu dall'iniziativa privata americana che, in un momento in cui l'Esercito americano raggiungeva il punto più basso durante la depressione e le politiche isolazioniste raggiungevano il loro massimo, vennero barlumi di luce dagli ultimi progetti di J. Christie. Nel 1928, egli propose un veicolo veloce da 8tche poteva muoversi sia su cingoli che su ruote alla velocità di 112 km/h. Poco più che in fase sperimentale, fu sviluppato da Christie nel 1931 in un carro armato da 10 t con un cannone da 37 mm e con corazza frontale inclinata.
Era un veicolo con molti difetti meccanici ma che presentava ben bilanciate caratteristiche in fatto di mobilità, velocità e protezione, che stabilirono uno standard definitivo del mezzo, Rifiutato alla fine dagli Americani, il cui Esercito in quel periodo voleva qualcosa di più di un veicolo leggero con mitragliatrici, l'idea base di Christie venne adottata dagli Inglesi e dai Russi ed utilizzata come base dei loro futuri carri. Per quel che riguarda i Russi, essi seguivano un programma di riarmo che prevedeva un investimento di fondi maggiore di quello di qualsiasi altra nazione. Con risorse così ingenti, potevano permettersi di adottare ogni idea straniera per svilupparla a proprio piacimento.
Dopo aver rifiutato i modelli francesi, non solo copiarono i modelli inglesi Vickers e quelli americani Christie, ma impegnarono i loro progettisti con quelli inglesi ed americani nello sviluppo di sofisticati AFV. Con l'adozione di un cannone ad alta velocità da 76 mm di calibro e di una corazza da 75 mm, essi, alla fine degli anni '30, avevano iniziato a surclassare i loro rivali nella progettazione di potenti carri medi e pesanti, (oltre 40 t). Essi stavano costituendo anche grosse unità corazzate, e formazioni assegnate ad ogni tipo di utilizzo possibile degli AFV, come già sperimentato dai Francesi, dagli Inglesi e, più di recente, dai Tedeschi. I Tedeschi, ispirati dal Colonnello Heinz Guderian, avevano inizialmente copiato gli Inglesi in segreto, basando la loro concezione tattica sugli scritti e sull'esperienza di Fuller e Broad.
Sebbene avessero partecipato di nascosto a sperimentazioni tecniche con Svedesi e Russi, fu partendo da un modello Vickers che costruirono in segreto i loro primi carri armati all'inizio degli anni '30, anche se sarebbero stati i loro modelli originali ad entrare inservizio. Ostacolati dalle severe restrizioni economiche ed industriali, i Tedeschi concentrarono le loro ricerche su due soli tipi di carro armato, che secondo Guderian rappresentavano le armi principali se usate insieme alle altre (eccetto la cavalleria).
Egli avrebbe preferito carri armati pesanti per appoggiare la fanteria, ma vi rinunciò perché erano troppo costosi. Optò quindi per carri armati leggeri (10 t) e per due veicoli medi del peso di 20 1- un modello da supporto (Mark IV), con un'arma a bassa velocità da 75 mm, ed un carro anticarro (Mark III) con un cannone da 37 mm. I Tedeschi concentrarono tutti questi mezzi in formazioni che divennero famose con il nome di "Panzerdivision". e furono utilizzate in tutte le fasi di guerra e su ogni tipo di terreno.
A prima vista le organizzazioni tedesche sembravano molto simili a quelle francesi ed inglesi. Solo più tardi fu chiaro fino a quali punti la dottrina tedesca differisse dalle altre per molti aspetti di vitale importanza. Se si era d'accordo sul fatto che i carri armati sarebbero stati impegnati in combattimenti diretti tra loro era diverso il modo di intendere tali combattimenti.
Più tardi si sarebbe scoperto che gli AFV delle divisioni Panzer erano perfettamente in grado di cooperare con l'artiglieria e la fanteria sia in attacco che in difesa. La divisione era addestrata anche per operare in modo indipendente (come la britannica). scegliendo il terreno d'azione della fanteria o ripiegando in difesa per attaccare i carri armati nemici.
Ma mentre Francesi e Inglesi tendevano a considerare che i carri manovrassero come flotte in mare, in duelli in linea di fila, i Tedeschi, copiando l'originale progetto di Fuller del 1918, cercavano se possibile di evitarlo. Essi tendevano a riservare i carri per altre azioni di contro penetrazione o in manovre avvolgenti e in contrattacchi contro un avversario disorganizzato.
Deprecavano gli attacchi sul modello di quelli della cavalleria, timorosi giustamente delle perdite irreparabili in cui sarebbero potuti incorrere. Soprattutto, i Tedeschi erano determinati ad usare i loro mezzi corazzati in masse concentrate per raggiungere il massimo effetto d'urto sul nemico e resistere alla tentazione di disperderli con tattiche del tipo dei "conigli selvatici" del 1918 in caso si fosse dovuto andare in aiuto di una linea allungata di fanteria.
Nessuno possedeva pratica o sufficiente esperienza per poter giudicare quale fosse la dottrina corretta. Nonostante prolungati dibattiti incentrati sulla teoria, mentre le varie fazioni sostenevano le loro tesi (in Gran Bretagna, Stati Uniti e Germania la cavalleria tentava di difendere le sue posizioni), le analisi scientifiche non facevano progressi. Le esercitazioni erano controllate da arbitri che di solito ignoravano il vero potenziale delle forze meccanizzate e corazzate: il risultato erano decisioni imprecise e false conclusioni. Le poche campagne combattute negli anni '30 furono mal comprese perché in nessuna di esse le macchine si combinavano con i nuovi sistemi di comunicazione e le nuove tecniche.
J. Walter Christie con un modello di una delle sue invenzioni, mentre cerca di convincere gli scettici compratori americani.
J. WALTER CHRISTIE
Christie nacque nel 1865. Cominciò lo studio dell'ingegneria dal livello più basso ma arrivò a disegnare gli AFV solo nel 1915, quando concepì un obice semovente ruotato. Come un inventore che costruisce i modelli prima di convertirli in progetti, Christie era più interessato alle idee che alla produzione.
Il fallimento della sua auto da corsa, prodotta dalla Front Drive Motor Company, tu seguito nel 1912 da un importantissimo ordine di 186 autopompe antincendio basate sul progetto di un suo trattore. Ma fu nel 1917 l'entrata degli Stati Uniti nella Prima Guerra Mondiale a spingerlo a progettare un carro armato leggero, il M1919, che aveva la corazza inclinata ed un tipo di sospensione che consentiva di muoversi tanto su cingoli quanto su ruote che si rivelo base di molti progetti futuri.
Dopo la Prima Guerra Mondiale Christie comprese che un futuro AFV doveva essere in grado di muoversi in acqua e di essere aviotrasportato, oltre che di avere buone capacità sia su strada che fuori strada. Nel 1921 annunciò un M1919 migliorato con sospensioni elastiche e nel 1922 il primo di quattro mezzi anfibi che saranno successivamente sviluppati da altri, negli LVT, che a partire dal 1942 caratterizzarono molti sbarchi delle Forze Alleate. Ma ciò che lo mise in evidenza fu il suo carro armato veloce del 1928, con la sua velocità di 112 Km/h su ruote e 67 su cingoli.
L'interesse creato da questo modello portò l'Esercito Americano ad ordinare lo sviluppo di un carro armato Medio dalle caratteristiche più contenute, con corazzatura inclinata, di cui egli aveva già intuito l'importanza, e con una torretta rotante. Si trattava del T3, mosso da un motore d'aereo Liberty da 338 hp di potenza. Come al solito Christie ritardo questa produzione e irrito i suoi committenti con nuove proposte di carri armati più veloci e aviotrasportabili.
L'Esercito degli Stati Uniti abbandono Christie, ma i russi (ed anche gli inglesi) ripresero le sue idee e le realizzarono. Ancora una volta Christie venne ritenuto una persona difficile, mentre le sue idee meritavano uno spo. Anche se il BT2 russo assomigliava moltissimo al T3, era stato completamente riprogettato da tecnici americani e russi. Analogamente la ditta inglese Nuffield scoprì a sue spese che solo le ruote di grandi dimensioni propugnate da Christie avevano un reale valore. Tuttavia, i concetti base del BT russo, e dei successivi T34, T54, T55 e T62, oltre che dei "Cruiser Britannici dal Mark III al Mark VII, rimasero quelle di Christie.
IL CARRO ARMATO CHRISTIE T3 DEL 1931
Ne furono costruiti pochi, ma la combinazione di corazza inclinata, torretta girevole e sospensioni esercitarono una profonda influenza sui Russi e, in minor misura, sugli Inglesi.
Propulso un motore d'aereo Liberty da 338 hp, il T3 aveva un equipaggio di tre uomini, quantunque
Christie diede poca importanza alle capacità di combattimento, concentrando invece la sua attenzione sulla mobilità.
Peso 10 t
Velocità 42 Km/h su cingoli
Corazza frontale 22 mm inclinata
Armamento 1x37 mm, 1 mg
Ne furono costruiti pochi, ma la combinazione di corazza inclinata, torretta girevole e sospensioni esercitarono una profonda influenza sui Russi e, in minor misura, sugli Inglesi.
Propulso un motore d'aereo Liberty da 338 hp, il T3 aveva un equipaggio di tre uomini, quantunque
Christie diede poca importanza alle capacità di combattimento, concentrando invece la sua attenzione sulla mobilità.
Peso 10 t
Velocità 42 Km/h su cingoli
Corazza frontale 22 mm inclinata
Armamento 1x37 mm, 1 mg
M2A3: carro armato leggero dell'Esercito degli Stati Uniti, tra i pochi costruiti prima del 1940, idoneo ai compiti che non andavano al di là della ricognizione, supporto fanteria ed esercitazioni. Tuttavia fu il banco di prova per un affidabilissimo sistema di sospensioni e per i primi cingoli con ammortizzatori in gomma.
Peso 13t
Velocità 64 km/h
Corazza frontale 17,5 mm
Armamento 1 mg 12,7 mm, 3 mg
Peso 13t
Velocità 64 km/h
Corazza frontale 17,5 mm
Armamento 1 mg 12,7 mm, 3 mg
I PRIMI PASSI VERSO UNA FORZA PANZER
II PzKwllt fu il primo carro armato leggero da ricognizione tedesco, con un cannone che aveva qualche possibilità di uso anticarro contro gli AFV leggeri. Era molto affidabile e venne usato in diversi combattimenti nel 1930 e nel 1949.
Peso 10t
Velocità 56 km/h
Corazza frontale 30 mm
Armamento 1x20 mm, 1 mg
II PzKwllt fu il primo carro armato leggero da ricognizione tedesco, con un cannone che aveva qualche possibilità di uso anticarro contro gli AFV leggeri. Era molto affidabile e venne usato in diversi combattimenti nel 1930 e nel 1949.
Peso 10t
Velocità 56 km/h
Corazza frontale 30 mm
Armamento 1x20 mm, 1 mg
Il PzKwIVC fu il primo carro armato Medio tedesco. Il suo cannone da 75 mm corto, a bassa velocità, sparava solo proiettili ad alto esplosivo e fumogeni, ed era quindi poco usato come anticarro. Macchina abbastanza affidabile, aveva unnnotevole potenziale nella disponibilità di spazio per
modifiche successive che furono sviluppate durante la Seconda
Guerra Mondiale.
Peso 18t
Velocità 40 Km/h
Corazza frontale 30 mm
Armamento 1x75 mm calibro 40, 2 mg
modifiche successive che furono sviluppate durante la Seconda
Guerra Mondiale.
Peso 18t
Velocità 40 Km/h
Corazza frontale 30 mm
Armamento 1x75 mm calibro 40, 2 mg
LE CAMPAGNE DEGLI ANNI '30
Il fatto che i piccoli carri armati italiani nel 1935 funzionassero contro le forze abissine, armate in modo primitivo, non concorse allo sviluppo di un dibattito riguardante l'utilità dei carri armati. Se il nemico è privo di armi anticarro, anche del tipo più semplice, i carri armati hanno ottime probabilità di sopravvivenza. Si sarebbe appreso molto di più dalla Guerra Civile Spagnola degli anni 1936-39 se i contendenti avessero avuto gli ultimi modelli medi dotati di mezzi di comunicazione radio, e se fossero stati addestrati. In Spagna solo i repubblicani misero in campo i carri armati, che erano dotati esclusivamente di mitragliatrice che rientravano nella categoria dei mezzi leggeri i T26B da 9 t, di costruzione russa e creati sul modello Vickers, con cannoni da 37 e 45 mm, e i BT5 da 10 t di Christie con cannoni da 45 mm.
Inoltre il loro comandante, Generale Pavlov, non poteva utilizzarli in operazioni in parte a causa delle carenze tecniche, in parte per la mancanza di mezzi di comunicazione, ma soprattutto perché le Brigate di carri armati tendevano ad essere indipendenti e non cooperavano con l'artiglieria e la fanteria. L'opposizione fascista, sotto il controllo del Generale Franco, preferì utilizzare i pochi AFV in suo possesso solo stretta collaborazione con la fanteria. Questo fatto non fu assurdo, in considerazione del fatto che i PzKw I tedeschi e i CV3 da 3 t italiani in possesso del Generale Franco erano totalmente inadatti a contrastare anche la più piccola arma anticarro. I T26B e BT5 russi si scontrarono spesso con loro.
Il Colonnello von Thoma, che comandava i carristi tedeschi, premiò la fanteria spagnola che aveva catturato parecchie dozzine di T26B nemici, un sostituto prezioso dei loro deboli AFV. Il primo combattimento tra carri armati, avvenuto il 24 ottobre 1936 fra tre T26B repubblicani e tre CV3 fascisti, dettò i canoni degli scontri futuri. I T26, che avanzavano contro la fanteria, vennero intercettati dai CV3, uno dei quali si rovescio. Un T26 fu colpito ad un cingolo ed immobilizzato, ma continuò il combattimento. Un CV3 dotato di lanciafiamme tentò ottimisticamente di portarsi di nascosto a breve distanza ditiro dal T26. I cannonieri russi lo lasciarono semplicemente avvicinare prima di sparare e farlo a pezzi.
L'artiglieria fascista intervenne, sparando direttamente al T26 il cui equipaggio fu eliminato. Era comprensibile quindi che sia i partecipanti che gli osservatori di una guerra in cui non ci furono battaglie ma solo schermaglie tra carri ed in cui questi ultimi avevano giocato un ruolo secondario, avessero concluso che erano corrette le teorie già espresse. Queste teorie indicavano che le piccole armi anticarro, unite all'artiglieria campale ed ai campi minati, avevano dominato i carri armati medi e leggeri, e che nel futuro sarebbero prevalsi soltanto i carri armati da fanteria pesantemente corazzati. Von Thoma era così scoraggiato che, con rabbia di Guderian, arrivo a dichiarare che era inutile sprecare risorse preziose per installare un apparecchio radio su ogni carro armato.
Si poté imparare molto di più da uno scontro che avvenne in un'altra area. Un'incidente" di frontiera tra gli eserciti russo e giapponese che avvenne alla frontiera della Manciuria nell'estate del 1939. I Giapponesi in quella zona avevano saggiato le posizioni russe per circa un anno e, in maggio, le attaccarono con tre divisioni di fanteria lungo un fronte di 16 km verso il fiume Khalkhin, appoggiate da 180 carri armati, 500 cannoni e 450 velivoli, Nei combattimenti precedenti vi erano stati parecchi scontri tra carri armati di entrambe le parti, sempre nell'ambito di un convenzionale confronto artiglieria/fanteria. Questa volta cominciò allo stesso modo ma il comandante russo, Generale Georgi Zhukov, colse l'occasione per trattenere 100 dei suoi 498 AFV a titolo di forza indipendente (6 Brigata Corazzata) da utilizzare per un eventuale contrattacco.
Quando il contrattacco di Zhukov contro le due divisioni giapponesi cominciò su un ampio fronte alla fine di agosto, fu preceduto da un bombardamento convenzionale di artiglieria pesante in supporto della fanteria, con la quale cooperavano anche carri armati T26.
Questo portò ad una serie di scontri lungo la frontiera. La sorpresa dei Giapponesi fu causata dall'accerchiamento operato dalla 6 Brigata Corazzata e dal frapporsi dei suoi recenti carri BT5 e BT7, con cannoni da 45 mm, tra le loro linee di comunicazione. Questo classico doppio aggiramento fu utilizzato pochi giorni dopo dai Tedeschi in Polonia. Il risultato fu l'accerchiamento dei Giapponesi, che persero circa 40.000 uomini contro i 10.000 russi una lezione che i primi avrebbero ricordato nell'attaccare nuovamente le truppe sovietiche. La chiave della vittoria russa fu il rafforzamento che Zhukov attuò nei riguardi delle sue forze corazzate mediante fanteria e artiglieria meccanizzate, nell'intento di limitare le perdite nell'eventualità di uno scontro con i mezzi giapponesi che si stavano ritirando.
Egli obbligò i carri armati giapponesi in fuga ad attaccare postazioni di cannoni e a soccombere alle forze superiori dopo aver tagliato loro i supporti logistici, metodo che i Tedeschi stavano per adottare dopo aver mutuato le originali tattiche britanniche. Ironicamente, l'importanza del successo che i Tedeschi riportarono in Polonia nel settembre 1939 offuscò ciò che i Russi avevano compiuto in agosto, con le conseguenze storiche conosciute.
Il BT7 fu l'ultimo modello derivato dal Christie 1931. Sebbene vulnerabile, come venne dimostrato, possedeva molte caratteristiche avanzate, tra cui una notevole autonomia pari a 600 Km. Con i BT2, i BT5 e T26, fu prodotto in grandi quantità, ma fu considerato un carro armato leggero.
Peso 14t
velocità 27 km/h
Corazza frontale 20 mm
Armamento 1x45 mm, 3 mg
Peso 14t
velocità 27 km/h
Corazza frontale 20 mm
Armamento 1x45 mm, 3 mg
Il T26B, qui in servizio con le truppe governative durante la Guerra Civile in Spagna, era uno sviluppo del carro armato leggero Vickers da 6t. Come i BT, fu prodotto in grande quantità ed utilizzato in Manciuria,
Polonia e Finlandia negli anni 1939 e 1940.
Peso 9,5 t
Velocità 27 Km/h
Corazza frontale 15 mm
Armamento 1x45 mm, 2 mg
Polonia e Finlandia negli anni 1939 e 1940.
Peso 9,5 t
Velocità 27 Km/h
Corazza frontale 15 mm
Armamento 1x45 mm, 2 mg
Il carro Giapponese M-89 tu il mezzo standard per l'appoggio fanteria Derivato da un modello Vickers, aveva scarse caratteristiche che lo limitavano a compiti d'appoggio. A dimostrazione della scarsa attitudine dei Giapponesi alla guerra corazzata.
Peso 121
Velocità 24 km/h
Corazza frontale 17 mm
Armamento 1x57 mm, 2 mg
Peso 121
Velocità 24 km/h
Corazza frontale 17 mm
Armamento 1x57 mm, 2 mg
LA BATTAGLIA DEL FIUME KHALKIN 20 AGOSTO 1939
La battaglia sul fiume Khalkhin del 1939 fu un esempio di doppio accerchiamento. I Russi accerchiarono i
Giapponesi per mezzo di attacchi a sorpresa ai fianchi e alle retrovie, mentre le principali forze Giapponesi, erano bloccate da attacchi frontali.
Giapponesi per mezzo di attacchi a sorpresa ai fianchi e alle retrovie, mentre le principali forze Giapponesi, erano bloccate da attacchi frontali.
LA CAMPAGNA DI POLONIA DEL 1939
Quando la Germania invase la Polonia il 1° settembre 1939, l'assalto fu preceduto da attacchi aerei lungo le linee di comunicazione e in campo terrestre fu condotto da sei Divisioni Corazzate, quattro Divisioni cosiddette "Leggere", con pochi carri, e diverse Divisioni di fanteria motorizzata. In tutto i tedeschi utilizzarono 3200 carri armati, di cui la metà erano i vulnerabili carri leggeri PzKw I (costruiti in origine solo con scopi di addestramento) e 309 carri medi 98 PzKw III e 211 PzKw IV. Contro questo formidabile nemico, i Polacchi poterono schierare solo 190 carri leggeri con cannoni da 37 mm, di origine francese (Renault) ed inglese (Vickers), 470 carri armati piccoli e 90 autoblindo. Surclassate fin dall'inizio, le truppe corazzate polacche unirono alla debolezza anche la totale disorganizzazione e la dispersione fra le unità della fanteria. Inoltre quelle che erano state tenute di riserva non furono in grado di ottenere alcun risultato. Le formazioni corazzate tedesche, muovendosi in forti concentrazioni, riuscirono in poche ore a superare le truppe polacche che erano schierate su posizioni lineari ed in pochi giorni raggiunsero l'interno della Polonia. Si tratto di un duplice shock sia per l'ancor impreparata popolazione tedesca, sia per gli scettici esperti francesi, inglesi, russi e americani sia per i frastornati polacchi.
Non solo i Tedeschi si erano mossi velocemente, ma non avevano perso il ritmo, smentendo il concetto secondo cui le formazioni meccanizzate erano inevitabilmente destinate a fermarsi per il collasso del supporto logistico. L'organizzazione di rifornimento tedesca, sperimentata durante le esercitazioni e la conquista senza opposizioni dell'Austria e della Cecoslovacchia, mantenne il flusso degli approvvigionamenti senza mai fermare le colonne meccanizzate che avanzavano ad una velocità media superiore alla normale di 17 km, per nove giorni consecutivi.
Nel giro di 15 giorni le forze aeree polacche erano state annientate, quelle di terra completamente disorganizzate o pressoché immobilizzate, ad eccezione di quelle località ove fu possibile arrestare le masse corazzate tedesche come per esempio a Varsavia che fu accanitamente difesa. Non fu solo la violenza dell'attacco tedesco a far soccombere i Polacchi, che avevano combattuto con tutta la loro forza e coraggio dovunque avevano potuto farlo.
Furono la velocità e la direzione degli attacchi che fecero scattare la trappola, vanificando le contromisure dei Polacchi i quali dovettero far muovere disordinatamente le loro truppe migliori, senza che potessero combattere. Il Battaglione dotato di carri francesi Renault R35, indietreggio, in funzione di riserva, non sparò un solo colpo ed alla fine riparò in Romania. Un'altra unità, muovendosi per via ferroviaria, con l'intento di bloccare il corpo meccanizzato di Guderian che convergeva su Brest- Litovsk, fu catturata intatta e trattenuta su un binario morto. Le battaglie tra carri, e se ne ricordano poche, furono solo schermaglie in un generale sfacelo, e da ricordare soltanto come simbolo di resistenza. Quasi tutti i 217 carri armati persi dai Tedeschi furono messi fuori uso dall'artiglieria e dalle armi anticarro, e quasi tutti erano mezzi leggeri con corazza sottile.

Heinz Wilhelm Guderian (nato nel 1888) era un soldato di fanteria che divenne uno specialista radio, con vasta conoscenza tecnica che si abbinava al suo carismatico talento di capo ed organizzatore all'interno del Comando Supremo Germanico. Scelto nel 1922 per organizzare le Truppe Motorizzate, Guderian fece parte di quell'élite che diede forma e filosofia alle forze tedesche che entrarono in guerra nel 1939.
Fu lui il fondatore delle truppe corazzate, che avevano nei carri armati l'arma principale e che operavano in formazioni offensive in stretto collegamento con le altre armi. Entusiasta delle idee di Fuller e degli esperimenti inglesi con i carri armati degli anni '20 e '30, Guderian volle le divisioni Panzer (influenzando Hitler).
Nel 1935 assunse il comando di una di queste, arrivando al comando di un corpo d'armata nel 1938 (con cui prese parte alla conquista dell'Austria e dei Sudeti) per poi essere nominato Comandante delle Truppe Mobili alla fine dello stesso anno. Fu Comandante di un corpo meccanizzato che partecipò all'azione in Polonia, nel 1939, guadagnandosi l'ammirazione pubblica e la devozione delle sue truppe. Successivamente durante l'invasione della Russia, la sua determinazione e la propensione a correre rischi calcolati, gli procurò molte vittorie che consolidarono la sua fama di testa calda" che pero, gli costò il "siluramento" per aver disubbidito agli ordini prima della battaglia di Mosca (Dicembre 1941).
Richiamato, divenne Ispettore Generale delle Truppe Corazzate nel febbraio 1943 e trascorse i due anni successivi tentando di riparare i danni inflitti alle Panzertruppe in battaglia.
LA GUERRA RUSSO-FINLANDESE
Il mondo scoprì che la tattica adottata dai Tedeschi (nonostante fosse già stata vincente in Manciuria) era destinata a fallire quando la Russia invase la Finlandia nel novembre 1939, in un inverno in cui si raggiunse la temperatura di -50 gradi. Senza carri armati propri e con soli 112 cannoni anticarro da 37 mm, la Finlandia sembrava destinata a non resistere a lungo.
I Finlandesi riuscirono invece a tener testa per tre mesi alle preponderanti forze russe, dotate di centinaia di carri armati leggeri e pesanti, non solo grazie al terreno difficoltoso ed alle temperature polari ma anche alle deficienze umane e meccaniche del nemico. I veicoli si guastavano in gran numero date le terrificanti condizioni meteorologiche. Furono spesso abbandonati perché il carburante, non trattato, gelava nei serbatoi e la vacillante organizzazione logistica sovietica costringeva alla fame le truppe.
Alle forze finlandesi, che operavano sul loro territorio, bastò una solida difesa per sconfiggere le forze corazzate nemiche, frenare l'offensiva iniziale e rendere evidente l'incapacità dei vertici militari sovietici, che si ostinarono, con risultati fatali, a far attaccare i carri armati senza l'appoggio di fanteria ed artiglieria. I Russi (come sarà dettagliatamente spiegato più avanti] cominciarono ad operare copiando il sistema tedesco. La lezione della campagna finlandese sembrò dimostrare ancora una volta che le sole armi anticarro potevano, se abilmente manovrate, dominare i carri armati.
L'INVASIONE DELLA POLONIA SETTEMBRE 1939
La Campagna di Polonia del settembre 1939. Le teste di ponte meccanizzate tedesche penetrarono velocemente e profondamente nei territori centrali attraverso le statiche difese polacche che riuscirono a proporre un solo serio ma inefficace contrattacco con truppe mobili.
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