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M-10 TANK Destroyer
Versione italiana | 03.08.2022
Il settore delle forze corazzate americane riservato ai cacciacarri, il Tank Destroyer Command, decise, all'inizio della Seconda Guerra Mondiale, la realizzazione di un cacciacarri come conversione
di uno scafo Sherman M4-A2. Nacque così l'M-10, un carro con caratteristiche particolari, come
la torretta scoperta e la corazzatura molto inclinata, che fu largamente usato nei primi anni del conflitto.Dall'altro, la capacità di manovra del veicolo veniva in parte ridotta, così come la velocità al momento di inquadrare e puntare il nemico, soprattutto quando attaccava ai lati. Al contrario, gli americani ricorsero all'impiego di scafi di carri già in produzione, conservando la torretta ma lasciandola aperta nella parte superiore, in modo da poter montare un'arma di maggior calibro. Con queste premesse fu concepito l'M-10, basato sullo scafo dello Sherman M4-A2. La configurazione dello scafo venne adattata alle nuove necessità; inoltre, il mezzo venne dotato di una blindatura più inclinata, dal disegno spigoloso, che gli conferiva una maggiore resistenza ai proiettili. La mitragliatrice frontale dello scafo venne eliminata, poiché considerata non necessaria, data la funzione specifica di cacciacarri. Sulla torretta era collocato l'armamento principale, consistente in un cannone M7, originariamente concepito per il progetto, in seguito abbandonato, del carro pesante M-6. Questo cannone fu l'arma più potente installata su un carro armato al momento della sua apparizione, nel 1943, sul fronte di Tunisi. L'M-10 era l'unico carro in grado di affrontare la maggior parte dei suoi oppositori tedeschi.

A sinistra: Nella parte posteriore della torretta erano collocati dei pezzi che facevano da contrappeso. In questo primo modello si rivelarono insufficienti.
A destra: Per fissare l'equipaggiamento e gli accessori complementari venne adottato
un sistema ingegnoso, basato su perni avvitabili.
A sinsitra: La torretta era munita di piccoli ganci, a cui si legavano le cinghie per il fissaggio dell'equipaggiamento personale.
A destra: Il numero di produzione si trovava sulla scudatura del cannone.
A destra: Il numero di produzione si trovava sulla scudatura del cannone.
A sinistra: Culatta del cannone M-7 da 76 mm. In questo modello ricostruito manca il dispositivo di chiusura.
A destra: Lo spazio della torretta era sfruttato al massimo, ricavando anche piccoli comparti per le granate e l'armamento difensivo.
A destra: Lo spazio della torretta era sfruttato al massimo, ricavando anche piccoli comparti per le granate e l'armamento difensivo.
A sinistra: La parte posteriore della torretta era predisposta per alloggiare 6 proietti
pronti all'uso.
A destra: La parte frontale bassa del carro era identica a quella degli Sherman M-4.
pronti all'uso.
A destra: La parte frontale bassa del carro era identica a quella degli Sherman M-4.
A sinistra: Sistema di fari con le loro protezioni, che erano del tipo a baionetta e si potevano smontare durante le ore diurne.
A destra: La sirena in primo piano non è un pezzo originale; si tratta di un elemento introdotto dopo la Seconda Guerra Mondiale.
A destra: La sirena in primo piano non è un pezzo originale; si tratta di un elemento introdotto dopo la Seconda Guerra Mondiale.
A destra: Le piastre di corazzatura erano molto inclinate, per migliorarne la resistenza al fuoco nemico.
A sinistra: Uno dei cingoli più caratteristici di questo modello, in cui è evidente l'usura della gomma.
A sinistra: Uno dei cingoli più caratteristici di questo modello, in cui è evidente l'usura della gomma.
Nella zona posteriore bassa era collocato un dispositivo speciale per montare gli elementi di guado.
A sinistra: La griglia di raffreddamento e di accesso al motore è un elemento molto semplice, composto da due sezioni con numerose lamelle.
A destra: Dettaglio della parte inferiore del portello di accesso, in cui si nota il pezzo su cui veniva montato il periscopio.
A destra: Dettaglio della parte inferiore del portello di accesso, in cui si nota il pezzo su cui veniva montato il periscopio.
A sinistra: Sistema di fissaggio degli elementi accessori, in questo caso maglie dei cingoli, anche se gli elementi più comuni erano le lame speciali per il ghiaccio e la sabbia.
A destra: Tipico gruppo a sospensione verticale; si noti il dettaglio degli ingrassatori delle ruote.
A destra: Tipico gruppo a sospensione verticale; si noti il dettaglio degli ingrassatori delle ruote.
Disposizione abituale del gruppo di utensili, che a volte venivano fissati sopra il motore, in modo da utilizzare questa zona per collocare equipaggiamento, teloni, reti, ecc.
Come armamento secondario, era dotato di una mitragliatrice calibro .50, situata nella parte posteriore della torretta. Il maggior difetto dell’M-10 era l'assenza di una protezione sulla sommità della torretta, che lasciava l'equipaggio indifeso di fronte agli attacchi con granate a frammentazione, alle armi da fanteria o all'aviazione. Nonostante ciò, il mezzo dimostrò subito la sua efficacia negli scontri con i Panzer III e IV e anche contro i Tiger, quando le condizioni erano favorevoli. Inizialmente, l'impianto motore era costituito da due motori General Motors e, in tempi successivi, da un motore Ford GAA da otto cilindri. La struttura esterna non venne modificata, dato che lo spazio interno era sufficiente in entrambi i casi.
Il cambio era a cinque marce, quattro in avanti e una all'indietro. Come già detto, l'elemento di maggior rilievo era il cannone anticarro denominato M-7, da 76 mm e calibro 50. I proietti, composti da un pezzo unico, venivano introdotti in una culatta ad apertura verticale con chiusura automatica. Era possibile azionare il sistema di sparo elettricamente o meccanicamente; l'alzo si realizzava manualmente, mediante una ruota dentata. L'angolo di elevazione poteva variare da 10° a 30°. Trattandosi di un mezzo cacciacarri, la maggior parte dei proietti utilizzati erano del tipo APC perforante, in grado di perforare una piastra blindata da 119 mm, a 900 m di distanza. L'equipaggio dell’M-10 era composto da cinque membri, di cui tre alloggiavano nella torretta. In combattimento, questa torretta risultò sbilanciata in avanti; questo inconveniente venne risolto collocando un contrappeso posteriore.
Nella parte frontale del veicolo vennero eliminate la mitragliatrice difensiva e la mitragliatrice coassiale del cannone. Facendo riferimento al modello Sherman M4-A2, venne realizzato un nuovo tipo di scafo specifico per cacciacarri. Le foto di questo articolo sono state scattate nel Museo Blindati di Saumur (Francia).
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